La cucina giapponese è molto ricercata sia nella presentazione sia nel gusto: sapore, colore, forma e aroma sono armonizzati e curati secondo una tradizione millenaria.
Il sushi è solo uno degli innumerevoli aspetti della cucina ed anche chi non lo apprezza avrà moltissime alternative da sperimentare.
L’usanza tradizionale prevede che i piatti vengano serviti su piccoli vassoi di legno laccato, dove le ciotole hanno una posizione ben definita: riso a sinistra, minestra nell'angolo di destra, bastoncini uniti e allineati su un piccolo supporto; gli altri piatti vanno posti negli angoli restanti del vassoio o in centro. Ci si siede su cuscini e il vassoio viene servito all'altezza delle ginocchia. Prima di cominciare a mangiare viene offerta una salvietta umida e calda, con cui ci si passa le mani. A tavola nulla è simmetrico o monotono: non si serve nulla in quantità pari, la disposizione è accurata e il cibo viene tagliato come un'arte: a forma di fiore, di ventaglio e in molti altri modi, ognuno ad indicare una stagione diversa. I piatti vengono serviti tutti insieme, non in portate, e vengono consumati a seconda della scelta e del gusto. Normalmente si comincia da quelli meno saporiti come il riso bianco o la zuppa per continuare con quelli speziati e conditi con sughi vari. I bastoncini vengono adoperati per tutti i cibi; in cucina vengono usati anche per raccogliere, assaggiare, voltare e mescolare. L'importante è non infilzare il cibo o non gesticolare quando le si ha in mano: ricorda ai giapponesi un evento luttuoso. Il riso (han) è l'elemento portante della cucina giapponese; infatti è presente ad ogni pasto, compresa la colazione.
Il riso viene cucinato in molti modi differenti: l'anima di ogni pasto è il riso bollito, gohan, ma lo si può trovare anche fritto, chahan, condito con uova, piselli, mais, porro e altro ancora, arrotolato in fogli di alga nori, onigiri, ripieno di sottaceti, pesce, verdure... oppure ancora condito con aceto e coperto di pesce crudo, scampi bolliti o frittata dolce (sushi) o compresso in una torta (omochi).
I noodles (tagliolini) vengono cucinati spesso come il riso: i più popolari sono i soba, spaghetti marroni di grano saraceno, e gli udon, spaghetti bianchi di farina di frumento. Al contrario di quanto prescritto dal buddhismo, i giapponesi oggi fanno uso di molta carne, oltre che di pesce. I piatti più raffinati vengono cucinati con la carne di manzo: il sukiyaki è un tipico secondo piatto con strisce di manzo, porri o altre verdure di stagione finemente tritate e pasta di soia cucinate a fuoco lento in un saporito condimento di sakè, salsa di soia e zucchero; i kushiyaki sono spiedini di maiale e peperoni marinati in salsa di sakè, zucchero, miso (pasta di soia fermentata), olio e peperoncino; i yawatamaki invece sono involtini di manzo coi porri.
Il pesce mantiene un posto d'eccezione: il tempura è il famoso piatto di frittura di pesce e verdura di stagione, da gustare insieme alla salsa di soia e al rafano e zenzero grattugiati; il celebre sashimi è costituito da filetti crudi di orata, dentice, salmone, tonno o altro pesce pregiato da insaporire con salsa di soia.
La cucina giapponese fa uso di ingredienti semplici seppur saporiti, come la salsa di soia, il miso, le alghe, e di condimenti come la goma, una miscela di sale e semi di sesamo tostati e tritati, il mirin, un vino dolce simile allo sherry, la radice di zenzero, il togarashi, una miscela di spezie e il wasabi, cren verde giapponese molto piccante, tutti ingredienti che abbinano oltre che alla carne e al pesce anche alle verdure, sempre presenti anche solo come decorazione dei piatti.
La bevanda tradizionale è il sakè, vino leggero (10°ca) di riso. Si beve caldo oppure freddo e presenta differenze a seconda delle regioni.
L'o-cha, o tè verde, accompagna abitualmente il cibo giapponese, ma viene anche servito come gesto di ospitalità nelle case e nei ristoranti. In Giappone sono molto apprezzati anche la birra e il vino.